Le urla si confondevano con il crepitio
del fuoco e il rumore della folla, finché il fumo soffocò il respiro e la
vittima reclinò il capo.
Le fiamme si levavano alte nel cielo
come se volessero penetrarne il mistero, ma la sofferenza era finita, la
tortura era stata quasi peggiore del rogo. Ed ora, poteva vedere dall’alto quel
mucchietto di ceneri fumanti. Le guardò furtivamente perché un vento
tiepido la stava portando via, chissà dove. Forse nel paese delle streghe.
Perché, lei, era una strega.
Gliel’avevano detto e urlato in
mille modi. Lei non capiva. Aveva solo portato al castello un
infuso d’erbe per calmare la febbre del figlio del conte. Anche suo
figlio ne aveva avuto beneficio ed ora l’accusavano di essere una strega e di
avere intrallazzi col diavolo.
Non capiva e cercava di svincolarsi dai lacci che le facevano sanguinare le membra. Il dolore era insopportabile. Avrebbe fatto e detto qualsiasi cosa, per farlo cessare.
Non capiva e cercava di svincolarsi dai lacci che le facevano sanguinare le membra. Il dolore era insopportabile. Avrebbe fatto e detto qualsiasi cosa, per farlo cessare.
“Confessi?” – urlava quell’uomo vestito di
nero.
“Sì” – rispondeva lei, stremata, con un soffio di voce.
“Sentite?” – urlava l’uomo vestito di nero – “Ha confessato. Deve morire!”.
“Sì” – rispondeva lei, stremata, con un soffio di voce.
“Sentite?” – urlava l’uomo vestito di nero – “Ha confessato. Deve morire!”.
Dopo il rogo della strega, quella
sera, il giudice e la corte cenarono come al solito nella stanza riccamente
addobbata, ma il giudice inquisitore stranamente non aveva molto
appetito. Sentiva un peso sul cuore.
“Anche per oggi, il nostro
dovere è compiuto!” – disse un membro della corte. – “Il diavolo è stato sconfitto!”.
Il giudice Inquisitore sentiva
un cerchio alla testa e riuscì solo ad annuire leggermente, poi si spostò tutto
in avanti e il suo corpo pesante si accasciò con un tonfo sul piatto facendo
schizzare il contenuto sui visi circostanti.
Si alzarono tutti inorriditi, e fu
chiamato immediatamente il medico di corte che ne accertò il decesso per
arresto cardiaco. Lo spirito del giudice inquisitore si stava
allontanando dalla stanza volgendo lo sguardo incredulo al suo corpo riverso,
e, quando fu all’esterno del castello, sentì un vento caldo che lo sospingeva
senza che potesse opporre resistenza finché scorse una processione di
anime che procedeva lentamente. L’ultima della fila, gli parve di
riconoscerla. Certo. Era la strega.
Non poté fare a meno di incrociare il suo sguardo evanescente nel quale fluttuava un lago di serenità. Lui, invece, sentiva sempre quel peso sul cuore e, nei suoi occhi velati, lei poté intravvedere un lampo di terrore.
Non poté fare a meno di incrociare il suo sguardo evanescente nel quale fluttuava un lago di serenità. Lui, invece, sentiva sempre quel peso sul cuore e, nei suoi occhi velati, lei poté intravvedere un lampo di terrore.
Poi la processione si divise in due
diverse direzioni.
L’anima del giudice inquisitore e quella della strega non si rividero mai più.
L’anima del giudice inquisitore e quella della strega non si rividero mai più.
- Giovanna Giordani -
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