mercoledì 30 gennaio 2013

SAPIENZIALI


Con grande piacere ospito questo "Prologo" della nuova silloge del poeta Gianmario Lucini, consigliando vivamente la lettura dell'opera intera. Ne avrà sicuramente beneficio l'anima e la mente.
Si può chiedere via mail al seguente indirizzo:
info@edizionicfr.it


Prologo

Troveremo un canto nuovo 1)
per accomiatarci dal mondo vecchio che si sgretola
al fragore di nuove catastrofi.
Saremo il guaiolìo della bestia che fiuta il pericolo
e insieme saremo parola onesta,
capace di cadere e di risorgere.
Oggi, a pena siamo controcanto, monosillabi,
basso continuo che balbetta la tragedia,
mentre, dai palazzi, il coro del disordine,
frantuma ogni umanismo e ci sfarina l’ossa
e le parole disanimate cadono
al furore del male che s’incista
nel futuro e conquista posizioni;
ma non potremo tacere perché già siamo
nel mondo che deve venire.
Troveremo una parola testarda,
che scavi i secoli e con la tenacia della goccia
perfori le montagne per giungere al suo mare,
dove si spegne e dove inizia ogni suo moto
una parola d’acqua, una parola di lacrime
una parola di risa e di danza
una parola per chi nasce e una per chi muore
una parola antica e nuova da lasciare.
Abbiamo bisogno di credere
quello che mai poté accadere,

e tutti i saggi videro e nessuno mai volle:
nessun potente, nessun esercito, nessun Re e nessun generale.
Il poeta è soltanto uno scriba del vero,
ne raccoglie l’eco e la ricompone,
ma la parola siamo noi tutti
segnati nel sangue e nel respiro dai secoli,
fatti di secoli d’attesa e fatica.
Abbiamo bisogno di sangue nuovo
perché l’era è finita coi suoi idoli stanchi;
non hanno più i sogni fondamento,
il sonno non porta che incubi e tremori
– e soltanto sognando sogni veri
faremo rifiorire la bellezza –.

1 ) Cito il Salmo 97 (98)

- Gianmario Lucini -

3 commenti:

  1. - e soltanto sognando sogni veri
    faremo rifiorire la bellezza -
    è una bella speranza!
    car

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  2. Splendido! mi ha trasmesso speranza e non è poco.
    Grazie infinite.
    Graziella

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  3. ..."e tutti i saggi videro e nessuno mai volle:
    nessun potente, nessun esercito, nessun Re e nessun generale.
    Il poeta è soltanto uno scriba del vero,
    ne raccoglie l’eco e la ricompone,
    ma la parola siamo noi tutti.."
    Sì, mi piace molto. Grazie Car e Graziella!

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