“Per me leggere e scrivere sono fatiche assai lievi, son dolce ristoro che conforta dalle fatiche piu’ gravi e ne produce l’oblio. …” (F. Petrarca)
Quando il clamore del mondo
si spegne
riecheggia amico
il canto dei poeti
Sguscia
dai coriacei silenzi
e splendente e fecondo
zampilla
dall’ineffabile sorgente
E’ il canto
delle anime inquiete
amorevoli schiave
delle alchimie delle parole
con le quali sole
hanno imparato a camminare
sui cigli del paradiso.
- Giovanna Giordani -
Ecco qual è il "mio" problema! non ho ancora imparato a camminare sui cigli del paradiso... mannaggia!!!
RispondiEliminaEppure non è difficile, basta alzare gli occhi al cielo; spesso riesce anche senza le alchimie, anzi, a pensarci bene, forse riesce meglio...!!!
RispondiEliminaGrazie per il simpatico commento chiunque tu sia
Hai colto il vero senso dell'animo del poeta.
RispondiElimina"E' il canto/ delle anime inquiete"
Molto gradita.
Graziella
Sì, penso che anche la poesia sia modo per abbellire la vita.
EliminaUn abbraccio, Graziella! Grazie
... il primo commento era mio, (Car), mi dimentico spesso di firmare pensando che compaia il mio nome sopra, come in altri blog, scusa...
RispondiEliminaCiao,
Car
Credo che il nome appaia se anche tu hai un blog.
EliminaRinnovo il grazie!!!
Abbraccio
Quanta poesia in questo pensiero dedicato e delicato.
RispondiEliminaTeniamocela stretta, questa musica che sa di verità anche se composta in mezzo a tante inquietitudini
Grazie Giovanna
Gavino
GRAZIE!! Gavino!
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